Read what Patrick George Zaki wrote in a letter from the Egyptian prison to his family and let your creativity get drunk!
"Let people know I'm here because I'm a human rights defender and not for any other fabricated reason”
Even though the timing is very tight, We would still like to extend 24 more hours to our deadline."Let people know I'm here because I'm a human rights defender and not for any other fabricated reason” this is what Patrick George Zaki wrote in a letter from the Egyptian prison to his family. Patrick is an Egyptian graduate student at the University of Bologna doing an International Master's on gender studies. Patrick was arrested by Egyptian authorities on February 7 on flying back into Cairo Airport, in Egypt, where he had returned from Bologna for a short visit to see his family before starting his second semester. Since then, Patrick has remained in jail and has been waiting for one year, -amid adjournments and renewals-, for the outcome of the hearing that must decide on his detention or freedom. We know Patrick as a courageous young man, but we also know that his condition of extreme uncertainty and vulnerability has put and continues to put his physical and psychological health to the test.
Patrick has a strong passion for learning and for literature, history and culture, from the very beginning he has been standing out for his commitment and seriousness, for his many questions and his desire to learn and share. Patrick is a cheerful young man, kind, generous and above all open to others and respectful of differences. His commitment to civil rights, to the culture of diversity and inclusion, his support for those who are weaker and marginalized, is to us an example of those human values, which, together with critical thinking and freedom of expression and respect for diversity, we believe should be the beacon of our actions. From jail, he has always stated his desire to return to Europe to resume his studies: "Get me out of here as soon as possible, I want to go back to university and continue my studies" he wrote in one of his first letters, "I miss my home, family, friends, studies, the streets of Bologna". And all of us, together with the entire University community, and the city council of Bologna, which has recently bestowed on him the honorary citizenship, and especially together with the citizens who believe in these values, we continue and will continue to strive for his release and for Patrick to return as soon as possible to his family and his studies. We need the support of everyone for justice and freedom to unfold. Free Patrick!
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Fate sapere che sono qui perché sono un difensore dei diritti umani e non per un qualsiasi altro motivo inventato”, così Patrick George Zaki scrive in una lettera dal carcere egiziano alla sua famiglia. Patrick è uno studente egiziano iscritto a un Master internazionale all’Università di Bologna in Studi di genere. Fermato dalle autorità egiziane il 7 febbraio all’aeroporto del Cairo, in Egitto, dove era tornato per una breve pausa prima di iniziare il secondo semestre per rivedere la sua famiglia. Da allora, Patrick è rimasto in carcere e attende da un anno, tra rinvii e rinnovi, l’esito dell’udienza che deve decidere sulla sua detenzione o della sua libertà. Conosciamo Patrick come un giovane uomo coraggioso, ma sappiamo anche che la sua condizione di estrema precarietà e vulnerabilità ha messo e continua a mettere a dura prova la sua salute fisica e psicologica.
Patrick ha una forte passione per lo studio e per la letteratura, la storia e la cultura, sin da subito si è fatto notare per il suo impegno e la sua serietà, per le tante domande e la voglia di conoscere e condividere. Patrick è un ragazzo solare, gentile, generoso e soprattutto aperto verso gli altri e rispettoso delle differenze. Il suo impegno per i diritti civili, per la cultura delle diversità e dell’inclusione, il suo sostegno verso chi è più debole e marginalizzato, è per noi un esempio di valore, che, insieme al pensiero critico e alla libertà di espressione e al rispetto delle diversità, crediamo debba guidare le nostre azioni. Dal carcere, ha sempre dichiarato il suo desiderio di potere tornare in Europa per riprendere il suo percorso di studi: “Fatemi uscire il prima possibile da qui, voglio tornare all’università a studiare” ha scritto in una delle sue prime lettere, “Mi mancano casa, famiglia, gli amici, gli studi, le strade di Bologna”. E proprio tutte e tutti noi, assieme all’intera comunità dell’Università, e alla città di Bologna, che gli ha da poco conferito il titolo di cittadino onorario, e soprattutto insieme alle cittadine e ai cittadini che credono in questi valori, continuiamo e continueremo a impegnarci per la sua scarcerazione e perché Patrick possa ritornare al più presto dalla sua famiglia e ai suoi studi. Per questa giustizia e libertà, c’è bisogno del sostegno di tutte e di tutti. Patrick libero!